Patrizia Sarti, apprezzata scrittrice bolognese, ha da poco completato il suo nuovo lavoro SPARTITI, pubblicato con Storie di Libri e già disponibile per l'acquisto su Amazon.
Nei paragrafi successivi troverete un pò di informazioni di dettaglio e mi auguro che vogliate leggerlo!!!
Cosa ci dice Patrizia di questa sua opera?
A distanza di poco più di un anno, ecco il mio nuovo libro "Spartiti".
Perché questo titolo? Adoro la musica e durante la stesura delle storie ho avuto come la sensazione di comporre differenti melodie: una per ogni personaggio, come se suonassero per me e con me.
Un grazie speciale a Pasquale Cavalera (e alla sua agenzia letteraria Storie di Libri) che, con professionalità e pazienza, mi ha seguito ancora una volta passo dopo passo. Ringrazio chi ha continuato a spronarmi, incoraggiandomi a inseguire questo mio sogno. Un grazie di cuore alla mia famiglia, per il supporto e la fiducia.
L'emozione è sempre tantissima e spero di riuscire a trasmetterla anche a chi deciderà di leggermi.
Patrizia Sarti
Prefazione
Il suono dell’anima vibra silenzioso e si veste di speranza tutte le volte che, con determinata consapevolezza, comprendiamo di essere gli unici responsabili della nostra sorte. Solo così il meccanismo che muove l’esistenza comincia a funzionare in maniera ritmica e melodiosa, trasformandoci da semplici comparse a interpreti principali, restituendo il desiderio di assaporare lo scorrere delle ore e dignità all’alternarsi delle primavere. Una visione, questa, che compare nitida nelle storie narrate, tangibile e perfettamente integrata con la realtà che ci investe nel quotidiano, e che Patrizia con empatia è riuscita a proiettare nella mente di ogni suo personaggio.
Estratto dal racconto "Autostima"
Alma, una donna bellissima.
Avrei pagato oro per rimanere nel suo letto, abbracciato al suo corpo caldo e passionale. Con lei ero libero di poter suonare l’amore, sapendo di poter ottenere sinfonie sempre diverse.
Amavo molto anche Denise, mia moglie.
Non facevo confronti, erano tanto diverse quanto, per me, irrinunciabili.
Denise era spesso stanca, di sicuro coordinare lavoro, casa, scuola e attività sportive dei nostri figli risultava sfiancante. Io cercavo di aiutarla come e quando potevo, ma non era sufficiente.
La chiamavo Wonder Woman e lei rideva. Non discutevamo mai seriamente, quasi impermeabili alle difficoltà che il lavoro e due piccole pesti per casa potevano dare.
Come avrei potuto distruggere la mia famiglia? Poi, a che scopo scegliere, visto che potevo avere entrambe? Una via d’uscita era l’ultima cosa che mi serviva.
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