top of page
Immagine del redattoreSalvatore Amorello

Riccardo Bucella - Finalista Premio Nabokov 2023


Foto Copertina

Riccardo Bucella


Riccardo Bucella, laureato in Economia all’Università La Sapienza di Roma, ha lavorato presso varie società di consulenza in qualità di economista junior. Ha partecipato a numerose commissioni tecniche e a gruppi di studio sull’impiantistica sportiva e sul marketing sportivo. Nel mese di luglio del 2022 ha presentato un lavoro sul Pil dello Sport con la collaborazione del prof. Giorgio Alleva. Attualmente lavora presso il Servizio Sviluppo Sostenibile e Studi dell’Istituto per il Credito Sportivo.



INTERVISTA ALL'AUTORE



Cosa ti ha spinto a scrivere questo saggio?

Per citare il filosofo K. Jaspers, il libro è il frutto della malattia dell’autore. In particolare, la motivazione principale è stata l’alta percentuale di sedentari in Italia, circa 20 milioni, e di coloro che non praticano sport, circa 2/3 degli italiani. Inoltre, il funzionamento del sistema scolastico italiano che mira principalmente a fornire una abilità produttiva, invece che un’offerta culturale completa nella quale la parte umanistica-relazionale ha un peso rilevante per contrastare la solitudine e il malessere interiore. Perché l’uomo non ha quella caratteristica che si chiama “entelechia” (en+telos), cioè non una realtà che ha inscritta in sé stessa la meta a cui tendere. Camus che nel “Mito di Sisifo” evidenzia che: “Giudico dunque che quella sul senso della vita è la più urgente delle domande”.

 

Perché hai scelto questo tema?

Perché lo sport e la cultura possono aiutare questo percorso di conoscenza interiore per facilitare la relazione con il prossimo e la natura. Al riguardo, la filosofia con Heidegger mi ha aiutato per evidenziare come l’uomo possa progettare il proprio “esserCi” attraverso un “progetto umano” che si sviluppa con il DIALOGO. Così non è più un ente alienato dall’ambiente che lo circonda, dalla chiacchiera (influencer), dalla tecnica o da un mal funzionamento sociale. In questo senso, la filosofia ha una funzione liberatoria. Come ha ribadito il filosofo Morin la cultura non dovrebbe essere frammentata, parte umanistica/scientifica, ma il sapere dovrebbe dare delle risposte sensate alle sfide che la vita ci pone. Montaigne ci ricorda che: “E’ meglio una testa ben fatta che una testa ben piena”.

 

Quali sono le idee o le tesi principali che sostieni nel libro?

L’aspetto che ho voluto evidenziare è l’importanza dell’ambiente. Perché l’uomo per manifestare il suo progetto entra in relazione con le persone, le cose e la natura. Quindi l’abitare precede il costruire, lo spazio diventa fondamentale per l’”esserCi”. Sotto questo aspetto le infrastrutture sociali (l’architettura) diventano strategiche per non creare malessere, alienazione e solitudine nei ragazzi. Il progetto “Sportnovemuse” va in questa direzione.

 

Quale parte del saggio ritieni la più innovativa o originale?

Ritengo originale il progetto proposto “Sportnovemuse”, cioè il binomio scuola-sport fin dalla primaria e l’apertura pomeridiana e nei mesi estivi delle scuole con un’offerta multidisciplinare e variegata. Perché le arti (novemuse) offrono la possibilità di proporre la musica, il teatro, il cinema, lezioni di disegno/pittura in modo che ognuno possa conoscerle e capire la propria predisposizione, passione e cosa tutto ciò provoca a livello di sentimenti in relazione agli altri. In questo modo sarebbe più facile la conoscenza del nostro io e non imparare solamente un’abilità produttiva.

 

C’è un messaggio o una lezione che speri i lettori colgano dal tuo lavoro?

Si, come ho mostrato con Acemoglu Robinson i diritti si conseguono con la partecipazione, la consapevolezza e non con concessioni calate dall’alto. R. Rajan ha sottolineato l’importanza della partecipazione dal basso, del terzo pilastro come conquista dello spazio tra Stato e mercato. Gli interventi proposti, gli strumenti, i ragionamenti fatti nel corso del libro sono tutti funzionali ad evidenziare che se non si realizzerà un upgrade culturale e, contemporaneamente, una maggiore apertura verso il prossimo difficilmente potrà verificarsi uno sviluppo sostenibile e un miglioramento del benessere sociale. Per fare un esempio, riguardo il caso del Governo dello sport in Italia è come se ci fosse qualcuno “eterno”, cioè un qualcosa di astorico: un circolo oligarchico autoreferenziale, poco democratico ed esclusivo, che cerca in tutti i modi di rinnovare il proprio potere e che non risponde più alle mutate esigenze sociali.

 


SAGGIO FINALISTA PREMIO NABOKOV 2023




Copertina Libro

Lo sport e la cultura: strumenti per migliorare il benessere sociale

(Sinossi)


Nel libro sottolineo come lo Sport e la Cultura siano strumenti importanti per la crescita di una persona e come possano aiutare i rapporti sociali migliorando complessivamente il benessere sociale. I dati evidenziati nel volume mostrano quanto lavoro ancora ci sia da fare per raggiungere l’obiettivo di creare delle “Infrastrutture sociali”, come ad esempio con il progetto “Sportnovemuse”, adeguate ai bisogni di una società in continua trasformazione. In particolare, per aiutare l’anello debole della catena, si indica dove intervenire per poter colmare queste rilevanti lacune. L’ambiente è fondamentale per lo sviluppo della persona: l’importanza dell’architettura.

Al riguardo, riprendo Camus che nel “Mito di Sisifo” evidenzia: “Giudico dunque che quella sul senso della vita è la più urgente delle domande”. Sport e Cultura sono, dunque, due importanti strumenti che ci permettono di conoscere per dare un senso alla vita in armonia con il prossimo e con la natura: l’importanza delle relazioni. E il progetto Sportnovemuse per contrastare il crescente disagio giovanile va in questa direzione.

L’intervento prevede nelle scuole prive di strutture sportive la costruzione di una palestra scolastica. Inoltre, si dovrebbe aggiungere anche l’azione di prolungare l’orario di apertura degli edifici scolastici e di aprirli nei mesi estivi. In modo che la scuola diventi un punto di riferimento per i giovani e per la comunità del territorio. Da questo punto di vista, l’offerta dovrebbe essere multidisciplinare e variegata, perché le arti (Novemuse) offrono la possibilità di proporre la musica, il teatro, il cinema e lezioni di disegno/pittura in modo che ognuno possa conoscerle e capire la propria predisposizione, passione e i propri sentimenti in relazione agli altri. Perché il sistema scolastico non dovrebbe limitarsi ad offrire ai ragazzi solamente un’abilità produttiva, ma un’offerta culturale completa nella quale la parte umanistica-relazionale ha un peso rilevante per contrastare la solitudine e il malessere interiore.

 

18 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti

Comments

Rated 0 out of 5 stars.
No ratings yet

Add a rating
bottom of page